21 aprile 2025

 

QUALCHE RIGA PER COMINCIARE

Enrica Brunetti

 

Il flusso costante di informazioni e notizie con seguito di approfondimenti e dibattiti ormai pronti per l’oblio non appena si spegne l’eco dell’ultima parola, rende stropicciato ogni argomento, rende opaca e lontana la realtà che pur da qualche parte permane, dolorosa, drammatica o insignificante, dietro la sua rappresentazione mediatica e/o digitale. E poi, qual è la realtà, che cosa è vero, che cosa è fake tra ciò che ci arriva, complice ormai anche l’intelligenza artificiale?

 

Ho letto recentemente un librino dal titolo intrigante, Ipnocrazia, scritto da un autore, Jianwei Xun, dato per nativo di Hong Kong, ma di formazione europea, libro molto dibattuto e autorevolmente recensito. Si tratta di un breve saggio, 124 pagine, scritto per mostrare i meccanismi che regolano la nostra epoca di narrazioni ipnotiche, svelando come il potere non agisca attraverso l’oppressione, bensì con le storie che consumiamo, condividiamo e a cui crediamo.

 

La distinzione tra vero e falso ha perso ogni significato, così non importa se qualcosa è vero, importa che sia creduto, mentre è irrilevante che le promesse si avverino o no, perché la loro funzione è mantenere vivo il desiderio. Non staremmo vivendo solo un’epoca di manipolazione dell’infor-mazione o sorveglianza digitale, ma una in cui la realtà si è fatta gassosa: non ha più senso la distinzione fra vero e falso in un sistema in cui c’è la coesistenza di realtà fra loro incompatibili. La realtà è frammentata, ricostruita dalle diverse narrazioni e non esiste più un centro o una narrazione unificante per dare un senso al mondo. Ci sono innumerevoli storie che competono per affermarsi, ciascuna si dichiara verità ultima e la conoscenza del reale diventa una specie di contrattazione tra le diverse narrazioni.

 

Il tempo, poi, è vissuto come un eterno presente algoritmico, sala d’attesa per un futuro immaginato. Per non dire del passato, trasformato da esperienza vissuta in risorsa manipolabile. Gli eventi diventano frammenti fluttuanti di contenuto. I momenti che cambiano la storia diventano meme condivisibili, storie complesse diventano clip virali, tragedie diventano argomenti di tendenza. Il passato perde peso e contesto, capacità di insegnare e tutto diventa equivalente.

 

E avanti tutta, fino a delineare un quadro distopico, ampiamente suffragato da ciò che vediamo nel mondo governato dai Trump e dai Mask, un quadro con il quale non si può che convivere, ma dal quale ci si può difendere intercettando le falle del sistema, sfruttandole a vantaggio di cambiamenti che potrebbero emergere inaspettati per traghettarci in un futuro, perché no?, positivo.

 

E la prima falla scoperta nel sistema è l’inesistenza di Jianwei Xun, nonostante i profili social e voce di Wikipedia. Il testo, infatti, è scritto da Andrea Colamedici, quello che si da per traduttore, insieme all’Intelligenza artificiale per dimostrare che «esistiamo in uno stato di ipnosi permanente, dove la consapevolezza è attutita, ma mai del tutto quieta». Ma, se le tesi contenute del libro sono giuste, o perlomeno sono riuscite ad accendere un animato dibattito culturale tra intellettuali e filosofi, si può pensare a un nuovo modo di fare filosofia? L’esperimento di Ipnocrazia potrebbe insegnarci che con l’IA è possibile avere un rapporto attivo e, magari, usarla per imparare a pensare, superando il rischio di sudditanza.

 

Nel frattempo, evitiamo almeno di trasformare in un semplice argomento di tendenza la morte di Papa Francesco e in meme le sue parole più belle!

 

Con lacrime e riconoscenza, tra inquietudine e mistero, Nota-m si inchina alla memoria di FRANCESCO,

in cui ha riconosciuto tratti evangelici che spera diventino sempre più evidenti nella Chiesa degli anni a venire.