16 giugno 2025

 

QUALCHE RIGA PER COMINCIARE

Margherita Zanol

 

Da ragazzina, il momento davvero importante della settimana era per me la domenica dopo la messa, quando con l’adulto di turno e poi da sola, andavo a comperare Epoca, negli anni delle scuole medie, e poi, al liceo, L’Europeo. Li leggevo con molta lentezza; centellinavo i vari articoli, perché il piacere di quelle letture doveva durare tutta la settimana. Era il piacere di informarmi sull’attualità approfondita, tipica allora delle riviste, con un sapore e un gusto particolari: arricchente confronto di posizioni, senza sospetti di falsità. Mi istruivo su quanto stava accadendo; sentivo così di avere i titoli per parlare con altri, dopo aver ragionato su commenti di persone qualificate. Mi riguardavano direttamente e io mi sentivo coinvolta e sostenuta in una società in cui l’approfondimento era considerato un valore.

 

Nei decenni successivi, il nocciolo di ogni argomento si è ridotto alla notizia. La valutazione, il commento, soprattutto se sgraditi, venivano bollati come di parte e ostracizzati. Ci si indignava, rallegrava, scandalizzava, ma sempre in misura succinta: l’informazione era ridotta alla notizia e l’approfondimento delegato ai siti e alle piattaforme, che in ogni momento ti offrivano la possibilità di essere messa al corrente. L’11 settembre 2001, con l’attacco alle Torri Gemelle, è stata forse una pietra miliare: tutto il mondo seguiva in diretta quella tragedia, non solo in TV a reti unificate, ma anche nei siti dei giornali, spesso bloccati da troppo affollamento.

 

L’affidabilità delle fonti oggi è difficile da controllare: la possibilità di manipolare la notizia, tipica di ogni tempo, è ora attuabile e attuata in maniera molto più raffinata e seducente, con una quantità di dati che ci può sopraffare. Lo smartphone, i cosiddetti social, la facilità di accesso a innumerevoli piattaforme hanno ampliato il pannello di fonti di informazione in misura inimmaginabile 30 anni fa e sempre più difficilmente verificabile con il rischio di accettazione acritica e di attingere in maniera quasi fideistica da chi ci si fida, mentre la realtà che ci circonda, sempre più difficile da decifrare, cambia di giorno in giorno e noi ci troviamo estranei e spiazzati.

 

Nel momento in cui scrivo (13 giugno) si accavallano notizie sempre più drammatiche sullo sterminio degli abitanti di Gaza, a cui non possono pervenire neppure gli alimenti disponibili, nella quasi indifferenza dell’Europa, Italia inclusa, in cui ci si perde a discutere se sia o no definibile genocidio e quasi dimenticando l’orrore del 7 ottobre 2023. Ma pesano su questi giorni la censura di Trump alle università americane e la sua politica di espulsione degli irregolari, che sta riempiendo di contestatori le piazze della California e non solo facendo balenare lo spettro della guerra civile. E da anni la famigerata «operazione speciale» di Putin in Ucraina, sempre più cruenta e minacciosa, che non vede un futuro di pacificazione fino all’attacco di stanotte da Israele ai siti nucleari dell’Iran e la risposta, dura degli Iraniani.

 

Quesiti complessi e inediti a cui rispondere. Notizie e dettagli ci vengono forniti senza sosta, senza tempi di assimilazione anche con le immagini. Quali siano affidabili, quali manipolati, quali semplicemente inventati sta a noi verificarlo. Ma come fare anche per quanti sono disponibili a farlo?