B612 di Embì
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il Blog di Enrica Brunetti |
B612 è l’asteroide del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry:
“L’essenziale è invisibile agli occhi”
2 Aprile 2017
Io sono la natura
Della natura abbiamo perso il contatto, probabilmente non sapremmo neanche più viverci dentro senza gli elementi della nostra quotidianità tecnologica. Eppure sono queste leggi che ci governano, che ci fanno della stessa sostanza dell’universo, che ci legano allo stesso destino mentre aspiriamo a un qualche oltre…
Questo spot del WWF è un piccolo richiamo a guardare con occhi diversi a ciò che consideriamo normalità dei nostri giorni, però non si capisce perché, cominciando in coppia, finisca poi solo al maschile… Forse perché la negatività del mondo sta tutta in quell’ego ipertrofico? E la donna, com’è che sparisce dalla storia?
13 Gennaio 2016
Quando i gufi sono belli
La fama negativa dei gufi in Italia può essere pienamente smentita da questo splendido gufo delle nevi colto al volo da una telecamera canadese per la sorveglianza del traffico autostradale vicino a Montréal e segnalato addirittura dal ministro dei trasporti di laggiù!
Ah, quale differenza di prestigio per i gufi americani!
Per vedere meglio:
19 Dicembre 2015
Cambiamenti climatici
In una Parigi che fatica a riaversi dopo gli attentati firmati Isis, si è tenuta e conclusa la XXI Conferenza delle parti (COP21) con l’obiettivo di concludere, dopo oltre 20 anni di negoziati delle Nazioni Unite, il primo accordo universale e vincolante sul clima per limitare il riscaldamento globale della Terra a meno di 2 gradi centigradi rispetto a quello esistente prima dell’epoca preindustriale. C’erano le rappresentanze di quasi tutti i paesi della Terra, c’erano i big della politica mondiale.
I discorsi ufficiali hanno chiuso la COP21 con una certa enfasi di soddisfazione: il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, ha parlato di un accordo «universale e ambizioso, che renderà le vite degli esseri umani più salutari e prospere», mentre le parole della presidenza francese riassumono la drammatica necessità dell’accordo:
per il mondo intero e per ciascuno dei nostri paesi. Aiuterà gli stati insulari a tutelarsi davanti all’avanzare dei mari che minacciano le loro coste; darà mezzi finanziari all’Africa, sosterrà l’America Latina nella protezione delle sue foreste e appoggerà i produttori di petrolio nella diversificazione della loro produzione energetica. Questo testo sarà al servizio delle grandi cause: sicurezza alimentare, lotta alla povertà, diritti essenziali e alla fine dei conti, la pace. Siamo arrivati alla fine di un percorso, ma anche all’inizio di un altro. Il mondo trattiene il fiato e conta su tutti noi.
Qualcosa di concreto si è raggiunto (ampiamente riportato e commentato sui media e nella rete), ma i commenti degli osservatori non rispecchiano tutto questo ottimismo e non manca chi considera il Paris Agreement solo acqua fresca.
Più che nella politica e nella buona volontà verde, le speranze concrete stanno negli investitori che, facendo i conti, cominciano a considerare il settore dell’economia fossile un business in calo, anche se ancora potente, e si avviano a spostare i loro danari verso fonti energetiche rinnovabili, secondo un’economia circolare in ascesa. E di economia circolare riparleremo.
Intanto, da un’ottica vegetariana, in contrasto con i prossimi cenoni delle feste in arrivo, ecco un video da prendere n condiderazione:
3 Ottobre 2015
Genius loci
Letto a EXPO, nel Padiglione 0
«Nessun luogo è senza un genio», affermava Servio nel suo commento all’Eneide, spiegando che ciascun ambiente è espressione dell’interazione tra la sua identità e quella di chi, nel tempo, lo ha abitato, arricchendolo di usi, culture, tradizioni.
È il concetto di genius loci: la conoscenza profonda di ogni territorio è ciò da cui dipende la sua stessa esistenza.
Ci sono luoghi in cui l’uomo, grazie a questi saperi, è riuscito a stabilire un equilibrio perfetto, tra mondo naturale e produzione, ecologia ed economia, disegnando meravigliosi paesaggi di armonia.
Antiche abilità artigiane e contadine, adeguando le coltivazioni alla conformazione del terreno, hanno creato vere e proprie architetture, divenute peculiarità paesaggistica.
Modelli agricoli efficienti, che tutelano la biodiversità con un impatto minimo sull’ambiente, possono diventare ragioni di sviluppo delle comunità locali.
Sono questi, esempi perfetti di equilibrio tra tradizione e innovazione, rispetto dell’ambiente e sviluppo industriale, uomo e natura.
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