Destino
La mostra Salvador Dalì, il sogno si avvicina, tenuta al Palazzo Reale di Milano tra il 2010 il 2011 si concludeva con una stanza dedicata a Destino, un’idea di cartone animato nata nel 1945 dal connubio tra due opposti, Walt Disney e Dalì: uno americanamente sostenitore di ferree regole morali e l’altro artisticamente eccentrico e senza limiti, amante dei soldi e dell’audacia. Un’unione fra arti diverse: da un lato la tela o la carta e dall’altra il supporto video, destinato a evolversi dall’analogico al digitale.
Il progetto, interrotto per la crisi economica della guerra, aveva lasciato inutilizzati nel cassetto disegni e bozzetti fino al 1999, quando il nipote Disney, Roy Edward, lavorando alla realizzazione di Fantasia 2000, li aveva recuperati, completando il lavoro con gli animatori degli studios Disney di Parigi. Il risultato, del 2003, mescola elementi di animazione tradizionale e ritocchi apportati con la computer grafica.
Si racconta una storia d’amore in stile Disney, il viaggio di una ballerina che, cercando l’amore, vaga per paesaggi inquietanti e desertici – repertorio delle rappresentazioni care a Dalì -, entra nel mondo dei sogni, partecipa del delirio surrealista, si perde e si fonde con l’amato, «come se il pennello del pittore catalano avesse inghiottito entrambi per dare pieno spazio al mondo di simboli e metafore che caratterizzano il suo genio artistico sempre al limite della ragione», mentre la suggestione delle immagini, che scivolano e trasmutano una sull’altra, è accompagnata dalla voce di Dora Luz, interprete dell’omonima canzone del compositore messicano Armando Dominguez.
Ho ritrovato Destino su Youtube e lo ripropongo (dura poco più di 6 minuti), come omaggio ai simboli e alle metafore dei sogni che ci rappresentano il mondo, anche quando non lo sappiamo capire e ci fa paura…