B612 di Embì
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il Blog di Enrica Brunetti |
B612 è l’asteroide del Piccolo Principe di Antoine de Saint-Exupéry:
“L’essenziale è invisibile agli occhi”
24 Novembre 2015
Finché c’è guerra c’è denaro
Il film, di Sordi regista e attore, è del 1974. Il protagonista Pietro Chiocca, commerciante milanese di pompe idrauliche passato a un più vantaggioso commercio internazionale di armi, gira nei paesi del “Terzo Mondo”, come si diceva, dilaniati dalle guerre civili. La sequenza finale è particolarmente adeguata anche ai tempi nostri, perché le cose non sono molto cambiate, al massimo si sono complicate e fatte ancora più violente…
19 Novembre 2015
Saggezza antica
Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi. Gli disse: «Figlio mio, la battaglia è fra due lupi che vivono dentro di noi.
Uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità. L’altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione».
Il piccolo ci pensò su un minuto e poi chiese: «Quale lupo vince?»
L’anziano Cherokee rispose semplicemente: «Quello a cui dai da mangiare».
3 Novembre 2015
4 novembre
In questa giornata mi sembra adeguato questo Silenzio, ripulito dalla retorica di circostanza nella versione di Paolo Fresu:
3 Novembre 2015
Colori sul lago
Sarà pur vero che i colori dell’autunno sono destinati a sbiadire, ma ieri sul lago in uno smagliante 2 novembre mi sono goduta i rossi accesi perché la memoria sia più viva.
17 Ottobre 2015
Libertà di pensiero
Spero che riesca ad animarsi con un clic, perché è un bel messaggio:
17 Ottobre 2015
Armeni a Venezia
Una interessante sintesi della presenza armena a Venezia, se si riesce a sopravvivere agli inserti pubblicitari:
L’isola si San Lazzaro
16 Ottobre 2015
Ortoressia
Tra i disturbi alimentari del nostro tempo e della nostra cultura occidentale, c’è anche l’ortoressia, una vera e propria mania per il cibo sano a tutti i costi, al di là di ogni ragionevole buon senso.
Solo in Italia 300mila persone sarebbero «ossessive nella pianificazione dei propri pasti, nel tagliare al minimo sindacale le dosi di zucchero e sale, nell’usare particolari tecniche di cottura o stoviglie».
Un fanatismo alimentare che partirebbe da scelte inizialmente giuste e corrette, come evitare alimenti trattati con pesticidi o additivi artificiali per poi sconfinare nella mania, nel dogmatismo fanatico contro il grano, il glutine, il lievito, la soia, il mais o i latticini…
Si arriva così a elaborare una specie di personale religione del cibo con tanto di «visione del mondo e dell’uomo per cui tutto il benessere dipende solo ed esclusivamente da cosa si ingerisce», ma si arriva anche alla malattia, con danni fisici e fuga dalla vita sociale, perché come ci si può fidare del cibo degli altri, del ristorante o degli amici?
Come sempre, il meglio sconfigge il bene e il fondamentalismo ortodosso, in qualsiasi caso, fa male alla vita.
Mi sono imbattuta in questa poesia di Bartolo Cattafi:
La mosca ronza
sulla parola mosca
la stuzzica per farla
volare dalla carta
la mosca ignora
che quell’altra mosca
– bisillabo inchiostro sulla carta –
non è più sua compagna
ma nostra.
Mi richiama Magritte del Ceci n’est pas une pipe, ma soprattutto mi racconta di una realtà che si trasferisce nelle personali rielaborazioni; di valori aggiunti soltanto nostri, nel bene e nel male…
5 Ottobre 2015
Pesci rossi
Tra la posta di oggi, ho trovato anche una petizione per dire no all’utilizzo dei pesci rossi come bomboniere, pesciolini che poi finiscono per morire pochi giorni dopo la festa (non si danno notizie di eventuali sopravvissuti). Pare, infatti che si stia diffondendo la moda di ricorrere ai pesci rossi per arricchire matrimoni e compleanni con un tocco di eccentrica e poetica creatività…
Lo so, nel mondo succede di tutto, si soffre e si muore attraverso qualsiasi modalità sia concepibile dalla mente umana, per cui questa notizia può apparire una banalità: non riguarda gli umani ed è piccola cosa rispetto agli eventi che sfilano quotidianamente davanti alle nostre coscienze.
Eppure… l’abitudine a ignorare una sofferenza, qualunque essa sia, a pensare la vita in termini di oggettistica alimenta, altrettanto quotidianamente, il lato oscuro che sta in noi, in ciascuno di noi…
3 Ottobre 2015
Genius loci
Letto a EXPO, nel Padiglione 0
«Nessun luogo è senza un genio», affermava Servio nel suo commento all’Eneide, spiegando che ciascun ambiente è espressione dell’interazione tra la sua identità e quella di chi, nel tempo, lo ha abitato, arricchendolo di usi, culture, tradizioni.
È il concetto di genius loci: la conoscenza profonda di ogni territorio è ciò da cui dipende la sua stessa esistenza.
Ci sono luoghi in cui l’uomo, grazie a questi saperi, è riuscito a stabilire un equilibrio perfetto, tra mondo naturale e produzione, ecologia ed economia, disegnando meravigliosi paesaggi di armonia.
Antiche abilità artigiane e contadine, adeguando le coltivazioni alla conformazione del terreno, hanno creato vere e proprie architetture, divenute peculiarità paesaggistica.
Modelli agricoli efficienti, che tutelano la biodiversità con un impatto minimo sull’ambiente, possono diventare ragioni di sviluppo delle comunità locali.
Sono questi, esempi perfetti di equilibrio tra tradizione e innovazione, rispetto dell’ambiente e sviluppo industriale, uomo e natura.
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