LA CONSOB E L’AUTOCRITICA

Ho seguito l’incontro annuale di Giuseppe Vegas, presidente della Consob, e sono letteralmente allibito. È abbastanza normale che in una simile occasione non si faccia autocritica, anche se sarebbe molto ragionevole farla. Ma dire addirittura che nella vicenda delle famose quattro banche la Consob è stata un modello di correttezza, lodato persino da Fmi e da Esma, sembra davvero troppo. Si aggiunga per di più il silenzio assordante di quasi tutta la stampa. Che cosa è la Consob e come dovrebbe agire. Per chi non è al corrente è semplice, basta cliccare il nome su uno dei motori del web. Certamente non «assicura la bontà di nessun investimento» ma gli interventi che riguardano il pubblico risparmio dovrebbe controllarli. In realtà l’impressione è che al solito scappati i buoi ora si cerchi di chiudere la stalla. Leggo sul Sole24ore: Vegas:Arrivano le schede prodotto, ci sarà più trasparenza nei prospetti. In aiuto a noi, poveri italiani di tutti i giorni, che non siamo specialisti del campo, è opportunamente intervenuto Alberto Statera (Affari e Finanza 16.05.2016) che ha esordito rivelandoci il titolo di un’opera del nostro che lo qualificherebbe come esperto in diritto ecclesiastico. Si tratta del volume: Spesa pubblica e confessioni religiose che, francamente, un poco di curiosità la suscita. Il che però non aiuta i piccoli  risparmiatori ridotti sul lastrico mentre, dice Vegas: «La Consob non ha nulla da rimproverarsi nel collocamento dei bond subordinati… Stiamo verificando ciò che è successo». Incredibile! È dal 2012, ci ricorda Statera, che Banca Etruria è sull’orlo del baratro e vende i bond tossici ai piccoli risparmiatori che invece la Consob dovrebbe tutelare. Poco importa che questo scandalo sia un piccolo 1,17 per cento del totale dei bond quasi a dire che una piccola truffa non è truffa ! I funzionari di Banca Etruria hanno falsificato i questionari informativi per i clienti e lo hanno fatto con la copertura della Consob, come ha scritto il Corriere della Sera (ma non la Repubblica!). Nel prospetto informativo del 2013 (di oltre 150 pagine approvate dalla Consob) non è specificata la percentuale di rischio! Delle quattro banche ora si occupa la Guardia di Finanza e la magistratura e vedremo come andrà a finire. Ma io non posso dimenticare di essere stato un assicuratore e di aver seguito giorno per giorno il totale letargo della Consob e del suo presidente all’epoca del caso del gruppo Ligresti e il successivo salvataggio con la fusione Unipol-Sai. Chissà se un giorno qualcuno si ingegnerà a indagare in proposito per chiarirci se e quanto il tutto è costato alla collettività. A parte questo la lista delle omissioni Consob – per dirla eufemisticamente – è tale che il presidente del Consiglio dovrebbe non attendere oltre per una adeguata rottamazione!